Si definisce economia verde (in inglese Green Economy), o più propriamente economia ecologica, un modello teorico di sviluppo economico che prende origine da una analisi econometrica del sistema economico dove oltre ai benefici (aumento del PIL) di un certo regime di produzione si prende in considerazione anche l’impatto ambientale, cioè i potenziali danni ambientali prodotti dall’intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione, passando per il loro trasporto e trasformazione in energia e prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la loro definitiva eliminazione o smaltimento.

Tali danni spesso si ripercuotono, in un meccanismo tipico di retroazione negativa, sul PIL stesso diminuendolo a causa della riduzione di resa di attività economiche che traggono vantaggio da una buona qualità dell’ambiente come agricoltura, pesca, turismo, salute pubblica, soccorsi e ricostruzione in disastri naturali.

Questa analisi propone come soluzione misure economiche, legislative, tecnologiche e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo d’energia, di rifiuti, di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile attraverso l’aumento dell’efficienza energetica e di produzione che produca a sua volta una diminuzione della dipendenza dall’estero, l’abbattimento delle emissioni di gas serra, la riduzione dell’inquinamento locale e globale, compreso quello elettromagnetico, fino all’istituzione di una vera e propria economia sostenibile a scala globale e duratura servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili (come le biomasse, l’energia eolica, l’energia solare, l’energia idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale evitando il più possibile sprechi di risorse. Si tratta dunque di un modello fortemente ottimizzato dell’attuale economia di mercato almeno nei suoi intenti originari.

L’economia verde include la generazione di energia verde basata sull’energia rinnovabile come sostituto per i combustibili fossili e il risparmio energetico grazie all’efficienza energetica.

Chi è un “Esperto in Gestione dell’Energia”? Una nuova figura professionale che aiuta le aziende a risparmiare!

Il D. Lgs. 115/08 introduce la figura dell’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE) come un “soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e la capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente” un professionista qualificato dal punto di vista sia delle competenze tecniche e ambientali sia di conoscenze economiche e aziendali nell’ambito energetico.

EGE si pone l’obbiettivo di migliorare il livello di efficienza energetica e/o di ridurre i consumi di energia primaria e le emissioni di gas clima-alteranti legate all’utilizzo dell’energia, di incrementare in qualità e/o in quantità i servizi forniti comunque attinenti all’uso razionale dell’energia.

L’intervento offerto in genere da un EGE si articola in varie fasi:

  1. Diagnosi energetica di impianti e/o edifici dei clienti, con individuazione di sprechi, inefficienze ed usi impropri e un progetto di massima dei possibili interventi di miglioramento dell’efficienza energetica. In Italia la diagnosi energetica dovrebbe seguire le indicazioni della norma UNI CEI/TR 11428:2011;
  2. Verifica della rispondenza alla normativa vigente degli impianti del cliente, definizione degli interventi per la messa a norma e successiva garanzia di rispondenza ai requisiti;
  3. Elaborazione di studi di fattibilità con analisi tecnico-economica e scelta della soluzione più appropriata da offrire;
  4. Definizione del progetto esecutivo degli interventi da realizzare, con la redazione delle specifiche tecniche;
  5. Monitoraggio continuo degli impianti e verifica delle prestazioni e risultati conseguiti.